Nonostante i pranzi e cene apocalittiche che mi hanno impegnato più della tastiera del mio portatile, provo a riassumervi le ultime vicissitudini di Maurizio, che sta affrontando il suo bellissimo viaggio da Como verso Dakar, e poi ancora verso la fredda Europa, passando per Parigi e terminando con l’Elefantentreffen di fine gennaio 2014.
Ci eravamo lasciati ad Essauira, all’inizio del suo viaggio…Le tappe superate sono già un bel po’ e provo a riassumervele..
23/12/2013 – Tan Tan
Maurizio si dirige verso Agadir, lungo una strada molto migliorata rispetto ai propri ricordi, ma contemporaneamente un filo noiosa, nonostante stia costeggiando un oceano affascinante e incazzoso per il suo carattere indomabile. Raggiunta Agadir, la strada comincia ad essere meno piatta, ed essendo oltretutto sconosciuta, risulta essere molto più interessante. Il vero viaggio sta davvero cominciando, Tito fa partire la colonna sonora, riassaporando The Edge e Larry Mullen che attaccano con quello che per lui è l’inno di ogni suo viaggio, “Where the streets have no name”.
E via! che la randagiata abbia inizio!!
Dop 520 km raggiunge Tan Tan, dove passerà la notte.
24/12/2013 – Boujador
La prossima tappa prevede quasi altri 500 km abbastanza tranquilli, per cui l’animo rilassato di quella che è definita una vacanza su due ruote ha la meglio sulla smania di macinare chilometri, il viaggio è lungo, i posti meravigliosi, perchè perdersi panorami, paesaggi e dettagli unici?
Dopo un tentativo, peraltro fallito, di addentrarsi in mezzo alle dune, Maurizio decide di tornare sulla strada battuta, godendosi questa lingua di asfalto (pessimo) che taglia a metà queste colline sabbiose, che nascondono spesso e volentieri questi piccoli animaletti che portano il nome di dromedari, che stanno allo stato brado lungo la strada e si vedono davvero solo all’ultimo.
Tra un break per una foto del paesaggio, un pranzo a base di tapas di pesce, il Teto raggiunge Boujador e trova subito un campeggio dove potersi riposare al fianco della propria compagna di viaggio. Molto meglio la propria tenda a fianco del GS che qualche bettola marocchina…
25/12/2013 – Dakhla
Il viaggio di Maurizio procede, e insieme a Pascal, un francese con Africa Twin che ha incontrato lungo la strada per Boujador, solca la strada che liporterà a Dakhla.
Pascal è un francese sui generis, lontano dallo stereotipo che Tito ha dei nostri cugini d’oltralpe, e questo essere un po’ stravagante e pasticcione, in poche parole: strano, fa scattare l’empatia giusta tra i due.
Dopo aver scambiato due chiacchiere con altri motociclisti conosciuti sul traghetto e incontrati nuovamente lungo la stessa rotta, i due si lanciano alla volta di Dakhra, non senza qualche piccolo contrattempo: Pascal, per non far aspettare Maurizio, al momento della partenza non ha fatto il pieno dell’Africa Twin, e stranamente dopo circa 300 km si trova completamente a secco. Ottima mossa per un motociclista nel deserto! Qui però inerviengono altri motociclisti (italiani) che prestano al francese 5 litri di benzina per poter raggiungere il più vicino punto di rifornimento.
Superato il momento d’empasse, si dirigono verso la destinazione, passando per gli ennesimi check point della polizia (che Maurizio supera velocemente perchè lui, a differenza di Pascal, si era munito di una ricca scorta di fiches, necessarie per identificarsi agli agenti marocchini)e per un ricco break per rifocillarsi.
Il pomeriggio procede, la temperatura si alza fino ai 30 gradi, che per noi poveri mortali immersi nella tempesta di Natale, possono essere solo un miraggio.
I due ragazzotti si avventurano lungo uno sterrato che li dovrebbe portare ad una collinetta panoramica, che Maurizio col suo GS raggiunge senza problemi, a differenza di Pascal che invece è un po’ più stanco, e che con l’Africa Twin che continua ad infossarsi nella sabbia, e quindi non riesce a raggiungere.
Il sole comincia a scendere, è l’ora di tornare al campeggio libero, e i due piantano le loro tende a ridosso del mare.
26/12/2013 – Nouadibou
Dopo una notte passata in riva all’oceano, una ricca colazione e un attacco di cani randagi (pare ce ne sia uno bianco con una strana impronta n°46 sul muso, che gironzola barcollante in quella zona), Maurizio e il francese si muovono di buon’ora.
Dopo aver aiutato un senegalese in panne con l’auto, in un paio d’ora raggiungono il mitico Tropico del Cancro. Foto di rito e poi avanti tutta verso la “no man land”, che dai racconti che si sentono e si trovano sul web pare sia una landa desolata pericolosissima e piena rasa di ostacoli; in realtà pare che sia un lungo sterratone, sia duro e pietroso, sia un po’ più morbido, ma niente più…
Mantengono quindi il passo verso Nouadibou, passando il confine Marocco – Mauritania, quattro posti di blocco e soprattutto il boiler dell’albergo che non era funzionante.
Direi che la vacanza stia procedendo bene, senza particolari scossoni, ma già ricca di aneddoti e panorami che vorrei sentire raccontate dal Tito in persona.
Da Spot me! riesco a vedere che oggi sono partiti da Nouadibou e sono arrivati a Noukchott, ma aspetto Maurizio per raccontarvi la prossima tappa!